Flessibilità, produttività, adattabilità, versatilità, capacità di eseguire pieghe positive, negative, schiacciate e raggiate. Con un ingombro a terra inferiore a 35 mq, senza rinunciare a nessuna delle funzionalità che caratterizzano P4, la testa di serie di casa Salvagnini. P2 è tutto questo: una pannellatrice compatta ben collaudata e di grande successo, capace di ridurre i tempi di attrezzaggio nel passaggio da un codice di produzione al successivo e di minimizzare, se non proprio azzerare, gli scarti. Una macchina che l’azienda di Sarego continua a perfezionare con l’intro­duzione di nuove soluzioni sia a livello hardware sia a li­vello software che ne estendono ulteriormente i campi applicativi. È il caso, per esempio, dell’opzione CUT, già apprezzata sulle pannellatrici Salvagnini P4 e dall’anno scorso disponibile anche per P2: l’utensile CUT le con­sente così non solo di eseguire fino a 17 pieghe al minu­to ma anche di tagliare profili contribuendo a rendere la macchina, oltre che una soluzione estremamente per­formante e versatile per la piegatura, un vero e proprio centro di lavoro smart che solleva l’operatore da tutte le operazioni a esclusione del mero carico-scarico, conce­dendogli così il tempo necessario a occuparsi di altre at -tività, con evidenti benefici di efficienza e produttività. Anche questo recente aggiornamento punta a rendere la pannellatrice P2 sempre più intelligente ed efficiente a supporto dell’operatore e dell’azienda.
MAC3.0: un aiuto per superare
la variabilità delle materie prime All’introduzione dell’opzione CUT è seguita quella di MAC3.0: un insieme di tecnologie integrate – sensori, formule e algoritmi – che rende P2 ancora più intelli­gente. MAC3.0 è l’evoluzione di MAC2.0, di serie sulle pannellatrici Salvagnini dal 2014, che permette a P2 di adattarsi al materiale in lavorazione misurandone in tempo reale la resistenza alla trazione e confrontando­la con i valori di riferimento di alcuni dei materiali più comuni sul mercato. Se le caratteristiche meccaniche del materiale in lavorazione sono comprese nel range ±25% del valore di riferimento, la compensazione è to­talmente automatica: la pannellatrice ricalcola la forza necessaria a ottenere le pieghe prestabilite limitando i rischi di sovrapiegature e sottopiegature. In questo scenario MAC3.0 riduce notevolmente il rischio di ot­tenere parti difettose e azzera rilavorazioni e sprechi di materiale, un dettaglio tutt’altro che irrilevante specie nell’attuale congiuntura economica in cui ogni chilogrammo di materia prima risparmiato si traduce in sensibili benefici economici.
La possibilità di adattare la forza di piegatura in rela­zione alle caratteristiche meccaniche della lamiera in lavorazione, però, era già appannaggio di MAC2.0: le funzionalità di MAC3.0, quindi, non si esauriscono qui. Gli ingegneri Salvagnini hanno ulteriormente asse­condato le richieste del mercato ampliando la gamma di materiali lavorabili e consentendo se necessario di definirne di nuovi in modo semplice e intuitivo. Per far -lo è sufficiente caricare la lamiera sul campo di lavoro; MAC3.0 rileva in tempo reale la resistenza del mate­riale. A questo punto è necessario memorizzare il va­lore come valore di riferimento per il nuovo materiale. Questo nuovo materiale potrà poi essere richiamato in pochi clic ogniqualvolta sarà necessario: la pannellatri­ce rimodulerà di conseguenza la forza di piegatura ed eviterà di lavorare fuori parametro. Senza dimentica­re che i materiali di nuova definizione possono essere utilizzati a loro volta come punto di partenza per nuovi aggiustamenti e nuovi materiali. L’efficacia di MAC3.0 è garantita dal fatto che consente di piegare corretta­mente materiali con una resistenza alla trazione fino al doppio di quella del relativo materiale di riferimento. Insomma si tratta di una soluzione davvero interes­sante, particolarmente rilevante nell’attuale contesto della supply chain delle materie prime: la difficoltà nell’approvvigionamento, sommata al dinamismo del mercato e alla necessità di rispettare tempi di consegna stabiliti, spinge ad accettare compromessi sulla qualità della lamiera che rischiano però di aumentare in modo consistente gli scarti. Veloce e di serie su tutte le macchine
Tutte le pannellatrici prodotte da marzo 2021 in avanti sono già dotate della funzione MAC3.0. Non si tratta quindi di un’opzione disponibile su richiesta ma di una caratteristica “nativa”, di serie, al punto che non sempre è notata dagli operatori: la rilevazione delle caratteristiche meccaniche del materiale e l’eventuale correzione dei parametri di piegatura sono talmente rapide da risultare sostanzialmente ininfluenti su tempi ciclo e indici di pro­duttività.
Per fornire qualche dato, MAC3.0 impiega circa 3 decimi di secondo per il calcolo della resistenza alla trazione. La rilevazione viene sempre eseguita sulla prima piega e, qualora il valore rilevato si discosti dal valore di riferimen­to e risulti quindi necessaria una modifica della forza di piegatura, il tempo di rielaborazione è inferiore al secon­do. Tirando le somme MAC3.0, a fronte di un aumento del tempo ciclo, nella peggiore delle ipotesi comunque infe­riore ai 2 secondi offre la garanzia di una produzione zero scarti. Questo è l’approccio standard; l’operatore è tuttavia libero di ridurre o aggiungere le rilevazioni, per esempio nel caso in cui debba processare un materiale con carat -teristiche meccaniche sensibilmente diverse a seconda del senso di laminazione. Se invece anche pochi secondi fossero necessari per mantenere il tempo ciclo in linea con quanto programmato, l’operatore può disattivare MAC3.0 in pochi clic. La pannellatrice compatta al passo
con il mercato
Combinando i pro della più aggiornata versione della P2 con l’attualità, è facile capire quanto la pannellatrice rap­presenti la soluzione ideale per lo scenario economico odierno, un ottimo alleato per affrontarne le sfide, prima fra tutte quella dei materiali. Il recente calo nella disponi­bilità delle materie prime si traduce o in stock-out di deter­minate tipologie di materiali o in aumenti di prezzo record. Attualizzando con un esempio potrebbe capitare che, per carenza di materiale, si accetti di utilizzare una tipologia di lamiera con prestazioni simili ai fini dell’utilizzo finale ma con caratteristiche meccaniche differenti. In casi di questo tipo la pannellatrice P2, grazie a MAC3.0, in pochi e semplici passi permette di impostare correttamente la produzione garantendo la massima ripetibilità fin dal primo pezzo. Ma i vantaggi assicurati da MAC3.0 pos­sono essere di primaria importanza anche all’interno dello stesso lotto di materiale in quanto, da normativa, parametri come lo spessore o la resistenza alla trazio­ne possono variare considerevolmente (±20% forza di trazione e ±1/10 spessore) anche all’interno della stes­sa fornitura. Altro tema di attualità per cui P2 strizza l’occhio alle aziende è quello della cronica carenza di piegatori esperti. Le caratteristiche smart di P2 permettono a questa pannellatrice compatta di sollevare l’operatore da tutti i compiti oltre il carico della lamiera e lo scarico dei pezzi, permettendogli così di svolgere altre attività durante il ciclo di piegatura. Semplice, precisa, veloce
Questi ultimi sviluppi di P2 confermano quanto il concetto di automazione flessibile faccia parte del DNA Salvagnini. Essere competitivi oggi non significa semplicemente essere molto veloci nel realizzare un singolo pezzo: la sfida si gioca sul piano dell’efficienza produttiva intesa come capacità di passare da un codi­ce di produzione a quello successivo riducendo sempre più i tempi di attrezzaggio, indipendentemente dalle caratteristiche geometriche e meccaniche del foglio di lamiera e da tipologia e numero delle lavorazioni da re­alizzare. P2, come tutte le pannellatrici Salvagnini, è un sistema di produzione flessibile decisivo per la gestione della produzione odierna oltre che per il miglioramento della qualità, per la riduzione dei lead time e degli scarti. Ma è anche estremamente semplice da usare, al punto che l’operatore non deve affrontare complicati training per imparare a modificare i parametri di lavorazione ma deve semplicemente richiamare il programma e occu­parsi della sua alimentazione. Una macchina estrema­mente precisa che, grazie a MAC3.0, permette di otte­nere una produzione con elevata ripetibilità a partire dal primo pezzo non solo in condizione di test ideali, ma anche sul campo in contesti reali grazie alla capaci­tà di adattare i parametri di lavorazione. Una macchina veloce, che riesce a rilevare le caratteristiche del mate­riale e ad adattare di conseguenza i propri parametri di lavorazione in meno di due secondi realizzando in media 17 pieghe al minuto. Una macchina intelligente per affrontare, col giusto slancio, condizioni di mercato sempre più variabili.